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In queste settimane si è tornati a parlare di inflazione, dopo molto tempo in cui il fenomeno non destava preoccupazione.

L’Istituto nazionale di statistica italiana (Istat) diffonde ogni mese i dati sull’inflazione nazionale in Italia, rilevando a novembre 2021 il quinto incremento consecutivo dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, registrando un +3,8% su base annua e raggiungendo un livello che non si vedeva dal lontano settembre 2008.

Ma che cosa è l’inflazione?

L’inflazione è un aumento nel tempo dei prezzi di beni e servizi.

Può avere numerose cause, come per esempio un aumento della domanda o un aumento dei costi nella produzione dei beni, e ha come conseguenza principale una diminuzione del valore del denaro: se prima per comprare un litro di latte bastava un euro, con la crescita dell’inflazione non è più sufficiente.

Di solito, un aumento moderato dell’inflazione non è un problema e anzi è ben accolto dai governi, perché un certo aumento dei prezzi indica che l’economia è in buona salute e la domanda di beni e servizi è forte.

Quando però l’inflazione cresce troppo si presenta un grave problema per le economie, perché, il costo della vita aumenta, i salari non riescono a tenere il passo e la popolazione si impoverisce.

L’inflazione mette in discussione la stabilità dei prezzi.

Per questo motivo uno dei compiti principali della Banca Centrale è quello di tenere sotto controllo l’inflazione ma anche la deflazione (il processo opposto dell’inflazione, ovvero la diminuzione nel tempo del prezzo dei beni e dei servizi).

Il metodo principale per farlo è agire sui tassi d’interesse:

Alzando i tassi si riduce l’inflazione, ma si rischia anche di rallentare la crescita economica, perché la quantità di denaro in circolazione viene ridotta.

Abbassando i tassi si incentiva viceversa la crescita economica, ma al tempo stesso si rischia un aumento dell’inflazione (a questo meccanismo ci sono comunque delle eccezioni).

Il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha indicato che quest’equilibrio si ottiene quando l’inflazione è attorno al 2%.

Negli ultimi mesi l’inflazione ha superato in molte economie il 5%, ben oltre la soglia auspicata.

 

Perché è tornata l’inflazione proprio adesso?

Come si è arrivati a questo aumento dell’inflazione è una delle questioni più dibattute tra gli economisti e a riguardo ci sono due teorie.

La prima sostiene che gli enormi stimoli economici e monetari concessi dai governi e dalle banche centrali nella prima fase della pandemia abbiano “surriscaldato l’economia”.

L’idea è che sia stato introdotto nei conti correnti dei consumatori e nei bilanci delle imprese e delle banche, attraverso sussidi, detrazioni e altri sistemi, più denaro di quello che è possibile spendere per generare nuova attività economica.

L’altra teoria ritiene invece che il ritorno dell’inflazione sia dovuto non tanto a scelte di politica economica ma dalla crisi dei commerci mondiali, che sta rallentando la produzione e il trasporto di moltissimi beni in tutto il mondo, e la crisi energetica, che sta facendo aumentare molto il prezzo dell’energia.