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In questo articolo andremo a spiegare perché la Cessione del quinto può essere rifiutata.

Negli articoli precedenti abbiamo imparato a conoscere la cessione del quinto, una particolare forma di finanziamento per cui l’importo erogato viene restituito attraverso una trattenuta mensile sullo stipendio o pensione del richiedente, non superiore a un quinto del suo valore.

La cessione del quinto è ad oggi il prestito personale più diffuso in Italia.

Questo perché è una forma di finanziamento molto pratica, vantaggiosa e soprattutto che non richiede particolari garanzie.

Solitamente i requisiti richiesti per accedere alla Cessione del quinto sono:

 

  • Per dipendenti di aziende private, un’assunzione a tempo indeterminato con relativo TFR accantonato presso il datore di lavoro o presso un fondo pensionistico.
  • Per i pensionati, essere titolari di una pensione che non sia di invalidità civile o sociale
  • Per i dipendenti pubblici e statali, un contratto a tempo indeterminato da almeno 3\6 mesi con superamento periodo di prova

 

Scopriamo di seguito le possibili ragioni, divise per categorie, per cui la richiesta di Cessione del quinto può essere rifiutata.

 

DIPENDENTI DI AZIENDE PRIVATE

 

  1. La richiesta di cessione del quinto può essere rifiutata ad un dipendente privato se neoassunto o ha un contratto di apprendistato o è stato assunto a tempo indeterminato da poco tempo, in quanto la liquidazione accantonata presso il datore di lavoro o fondo pensionistico non sarà sufficiente come garanzia per la cessione del quinto.

 

  1. Altro motivo di rifiuto può essere legato alle dimensioni dell’azienda presso cui il dipendente lavora. Infatti, se si tratta di una piccola azienda con meno di 16 dipendenti o di ditte individuali e aziende private non particolarmente solide.

 

  1. Altra possibile ragione relativa all’azienda per cui la cessione del quinto viene negata, è nel caso nel caso di mancata copertura assicurativa relativamente al richiedente, una garanzia obbligatoria in questo particolare tipo di finanziamento.

 

 

  1. Un eventuale motivo di rifiuto potrebbe essere anche la valutazione negativa dell’azienda per cui lavora il dipendente: ciò avviene nel caso di bilancio aziendale negativo, ripetuti ritardi nel versamento delle quote di cessioni attive, altre situazioni che risultano non solvibili.

 

  1. Da non sottovalutare è lo stato di salute del dipendente: nel caso di problemi gravi o lunghi periodi di malattia e infortuni, la cessione del quinto rischia di essere rifiutata da parte della Banca.

 

  1. Altro fattore da non escludere è lo stipendio. Per far sì che la richiesta venga approvata, è valido il criterio del reddito minimo di sopravvivenza, un reddito calcolato in 524 euro mensili che deve rimanere al richiedente una volta tolto l’importo della rata.

 

PENSIONATI

 

  1. Nel caso in cui il richiedente fosse un pensionato il rifiuto potrebbe avvenire a causa della tipologia di pensione Come evidenziato precedentemente, l’INPS esclude alcune categorie pensionistiche, tra cui la pensione di invalidità civile e la pensione sociale.

 

  1. Altro motivo potrebbe essere l’età al momento della richiesta, una volta compiuti gli 80 anni diventa sempre più difficile accedere al prestito.

 

  1. Altro fattore da valutare è lo stato di salute del pensionato, infatti, in alcuni casi potrebbe essere richiesta la compilazione di un certificato medico attestante le diverse patologie e in caso di patologie non accettate dalle compagnie assicurative la pratica verrà respinta dalle stesse.

 

DIPENDENTI PUBBLICI/STATALI

 

Per i dipendenti pubblici o statali, il rifiuto della cessione del quinto è meno comune.

 

 

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